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Esci dal circolo del tempo

ed entra nel circolo dell’amore.

Rumi

SPAZIO[2]: dal latino spatium, forse derivato di patere “essere aperto”.

Nell’uso comune: luogo vuoto entro cui si collocano e si muovono i corpi.

Estensione in senso temporale: un breve spazio di tempo.

In senso figurativo: ambito d’influenza; campo d’azione: spazio politico, culturale, pubblico, ecc.; possibilità, opportunità: concedere spazio.

In astronomia: ambiente, luogo entro il quale si trovano i corpi celesti (cosmo, universo).

La definizione di spazio risuona in vari modi con la pratica della Craniosacrale.

Spazio come stato in cui siamo aperti.

Spazio come luogo fisico in cui ci muoviamo insieme al cliente, i nostri corpi in una stanza.

Spazio come il tempo che passiamo insieme, il tempo della sessione CS.

In senso figurato, lo spazio intimo in cui ci muoviamo incontrandoci da essere a essere.

Lo spazio come una possibilità, un’opportunità: l’invito allo spazio che offriamo al sistema.

Capacità di percepire lo spazio interno ed esterno come abilità dell’operatore CS. Percepire il proprio, in cui radicarsi, allungarsi, espandersi. Percepire quello del cliente.

La definizione astronomica (luogo entro il quale si trovano i corpi celesti) ci mette in risonanza con il principio della Respirazione della Vita, con la relazione fra macrocosmo e microcosmo, con l’esperienza del campo delle maree.

CONTENIMENTO: s.m. derivato da contenere.

Comprendere, tenere in sé, racchiudere, accogliere, includere.

Frenare, trattenere (contenere l’emozione), ridurre, limitare, reprimere.

Anche la definizione di contenimento risuona con la nostra esperienza di operatori. Comprendiamo l’altro che si affida a noi, nel senso di prenderlo insieme nel nostro campo, contenere il suo campo includendolo nel nostro, accogliendolo. Tenerlo in sé, nel proprio cuore.

E al tempo stesso la definizione ci mostra l’altra faccia, quella che non è parte del nostro orientamento: non freniamo, non riduciamo, non reprimiamo. Possiamo limitare nel senso di stabilire dei confini. Possiamo invitare a rallentare. Possiamo offrire contenimento ai vissuti.

Michael J. Shea[3]  parla del “principio del contenimento” come di un processo che include i vari rituali che hanno luogo nello  spazio “sacro” della sessione.

Fra i rituali sono inclusi i passi della centratura dell’operatore così come i passi della sessione.

B0C

Spazio e contenimento si intrecciano a partire dal luogo dell’incontro fra operatore e ricevente.

“Lo spazio dello studio dell’operatore deve essere assolutamente sicuro per contenere le energie di trasformazione che in esso si manifestano. Deve essere considerato come un cuore (…). L’operatore biodinamico, in quanto guida, assolve la funzione di sorvegliare i confini del contenitore come fosse un cuore, così che nessun ospite indesiderato possa entrarvi e niente possa trapelare fuori.” (Shea, 2007)

Sarà compito dell’operatore prendersi cura dell’ambiente, del luogo dove si svolge la sessione in termini semplici, pratici e anche tecnici così come riservare un’attenzione particolare all’aspetto della privacy: il tutto per favorire contenimento e spaziosità della relazione.

Nello spazio fisico è contenuta l’esperienza interiore.

“Lo spazio produce l’espansione delle qualità dei nostri sensi, delle nostre sensazioni, delle nostre facoltà mentali. Approfondisce la nostra intuizione. Allarga la nostra consapevolezza a nuove dimensioni di noi stessi, che magari non pensavamo neppure di avere. Ci conferisce nuove capacità di percezione e di esperienza. Inoltre, lo spazio ha la sorprendente e poderosa capacità di espandersi, accrescendo di continuo l’apertura e il dissolvimento dei confini, e permettendoci, così, di sviluppare unacomprensione sempre maggiore di noi stessi e della nostra mente.” A. H. Almaas[4]

E’ un’esperienza comune, quella di percepire più spazio nel corpo quando ad esempio una tensione fisica si rilascia; analogamente dopo aver liberato, espresso, dato voce ad un’emozione, ad un dolore, possiamo riconoscere che interiormente c’è più spazio e di conseguenza anche la percezione dello spazio esterno cambia.

Infatti, per crescere, per sentirci bene, per avere l’esperienza delle sottili manifestazioni dell’Essere (ciò che in alcuni lavori viene definita Essenza) c’è bisogno di una consapevole relazione con lo Spazio. E’ noto che quando si sta bene, quando si è in espansione, quando si è connessi con se stessi, si percepisce lo Spazio in modo diverso.

Questo legame tra Spazio (interiore/esteriore) e benessere è fondamentale e dipende dal grado di consapevolezza che abbiamo di noi stessi, della nostra immagine e del rapporto con le strutture condizionanti interne ed esterne.  Qui entra in gioco la relazione con il nostro superego, altrimenti detto giudice interiore.

Lavorare sulla nostra relazione con le strutture condizionanti libera spazio, a livello fisico ed energetico[5].

Attraverso la pratica di presenza sviluppiamo e approfondiamo una dimensione di CONTENIMENTO come mezzo, strumento e sostengo per indagare e fare esperienza dello SPAZIO interiore ed esteriore.

In prima battuta può sembrare contradditorio… come può esserci l’esperienza di spazio se c’è contenimento?

Di fatto il contenimento attento e amorevole, libero e in uno stato di presenza, permette progressivamente il rilassamento e la fiducia di lasciarsi ESSERE.

La meditazione – che è parte integrante della formazione in Craniosacrale e pilastro portante per l’operatore che lavora in questo ambito – ha radici, elementi e connessioni importanti con i principi dello spazio e contenimento.

Invitare spazio dentro di noi come operatori sostiene il dispiegarsi del processo biodinamico: dal radicamento, all’assestamento, alla neutralità, al piano di trattamento, alla riorganizzazione e integrazione.

Orientarsi allo spazio – congiuntamente a radicamento, presenza e neutralità – permette al sistema di manifestare le sue priorità, di schiudersi pian piano, apre alla possibilità di accogliere quello che c’è, così com’è, senza voler per forza fare qualcosa o cambiare. Si creano le condizioni per riuscire a contenere se stessi, l’altro, quanto emerge dal sistema, i giudizi che arrivano, eventuali distrazioni.

Spazio per poter anche rischiare, esplorare, stare nel vuoto, nel mistero, nel non sapere.

Spazio che ha una qualità di vuoto creativo, pulsante, ignoto, fresco, pulito, nuovo, ricco di potenzialità, qui e ora, uno spazio pieno.

Possiamo anche fare l’esperienza di Spazio vuoto, come senso di mancanza, sia fisica che emotiva. Anche in questo caso la capacità di stare, accogliere, essere presenti senza cambiare nulla, che sviluppiamo con la pratica di meditazione, diventa uno “strumento” di contenimento, inteso come sostegno per se stessi e per l’altro.

Coltivare un particolare spazio interiore (presente, neutrale, non giudicante, gentile), sostiene l’atteggiamento fondamentale del nostro essere operatore CS, per contenere i processi del sistema e allo stesso tempo facilitarne le espressioni.

Affinare la capacità di CONTENERE in modo spazioso, così che possa emergere spontaneamente un senso di sicurezza, amore e libertà che dalla relazione operatore-cliente può espandersi alla relazione con gli altri e con la Vita.

Per poter crescere e maturare ognuno di noi ha bisogno di confini sani che definiscano lo spazio necessario per sperimentarsi.

Questa capacità di contenere viene esperita come un’intenzione che si manifesta attraverso la qualità del tocco delle nostre mani, la qualità dello spazio del nostro cuore e della nostra pancia, dalla presenza che emaniamo man mano che accresciamo l’abilità percettiva (delnostro corpo nella sua interezza, del nostro essere, dell’altro…). Possiamo lasciar risuonare le nostri mani e il nostro cuorecome se fossero grandi, ampi, luminosi, malleabili, porosi, capaci di contenere in sé anche il senso di limite, di confine, che non è inteso come separazione, divisione, bensì come terreno di incontro morbido, adattabile, duttile, che abbraccia e permette il manifestarsi del sistema in armonia con i suoi tempi e modi. Così facendo si crea fiducia reciproca e possibilità di affidarsi, di crescere. Questo è amore.

Nella biodinamica CS impariamo a percepire il nostro campo energetico e quello del ricevente, la biosfera, così come a percepire le differenze energetiche dei vari livelli: soma, corpo fluido, campo delle maree. Ognuno con un suo spazio energetico specifico, con suoi confini e con richieste di contenimento diverse.

Così come quando guidiamo la macchina i nostri confini si espandono per muoverci nello spazio attraverso la consapevolezza dell’interazione fra la macchina e l’ambiente, anche al lettino i nostri confini si espandono a percepire il campo comune nel quale interagisce la relazione operatore-cliente, sentendo lo spazio che questa occupa nello spazio più ampio.

Mentre rimaniamo centrati, in contatto con terra e cielo, possiamo aprire progressivamente il nostro campo percettivo e passare dal soma al corpo fluido, dal corpo fluido al campo delle maree.

“Il Respiro della Vita organizza la forma avvolgendo e organizzando lo spazio. Depone fulcri organizzatori e assi di orientamento che organizzano la forma cellulare e tessutale e generano moti ritmici. Questo può essere visto nei moti di sviluppo nell’embrione e nei moti di potenza, fluidi e tessuti nell’adulto.

(…) Pensiamo allo spazio come all’ambiente all’interno del quale la forma è organizzata. Pensiamo ai fulcri naturali e agli assi linee mediane come orientamenti in questo ambiente. E’ a questi punti di riferimento che tutte le forme si orientano.” (Sills, 2011)

“(…) i concetti di fulcri organizzatori e di assi linee mediane non è specifico della (…) Biodinamica CS. Sembra essere il modo in cui la forma è universalmente organizzata, dalla forma e moto di una cellula, alla danza spiraleggiante, rotante, di una galassia. Fulcri e linee mediane come orientamento sono un meccanismo universale per l’ordinamento della forma, sia nell’essere umano, sia nell’universo nel suo insieme[6].” (ibidem)

“Lo spazio dello studio dell’operatore deve essereassolutamente sicuro per contenere le energie di trasformazione che in esso si manifestano. Deve essere considerato come un cuore (…). L’operatore biodinamico, in quanto guida, assolve la funzione di sorvegliare i confini del contenitore come fosse un cuore, così che nessun ospite indesiderato possa entrarvi e niente possa trapelare fuori.” (Shea, 2007)

Sarà compito dell’operatore prendersi cura anche dell’ambiente, del luogo dove si svolge la sessione in termini semplici, pratici e anche tecnici; il tutto per favorire il più possibile sicurezza e fiducia reciproca.

Oltre agli elementi tecnici e pratici, ha rilievo anche l’aspetto della privacy: serietà e riservatezza ai fini del contenimento e della spaziosità della relazione.

Materiale a cura di Monica Meneghelli, Elisabetta Pesce, Chiara Zanchetta.


[1] www.npr.org

[2] Dizionari Treccani, De Agostini, Sabatini Coletti

[3]                  “Terapia Craniosacrale Biodinamica”, Somaticaedizioni, 2007

[4]                  “Il vuoto. Spazio interiore e struttura dell’io.”, ed. Crisalide, 2013.

[5] Alcuni lavori di crescita personale orientati ad osservare ed esplorare proprio queste dinamiche sono: lavoro con il superego-giudice interiore, Essenza, ritiri di consapevolezza come “Who is in” e “Satori”, Meditazione Mindfulness. Tutti percorsi di grande sostegno allo sviluppo dello stato dell’essere che è alla base della disciplina CS.

[6]                  Per riferimenti scientifici che concordano con questa visione Franklin Sills cita: Arthur Winfree, matematico; Alison Boyle,  matematico; Mae Wan-Ho, biologa.  “Foundations in Craniosacral Biodynamics. Vol. 1” pp. 289-293

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